Una brava madre by Elisabetta Cametti

Una brava madre by Elisabetta Cametti

autore:Elisabetta Cametti [Cametti, Elisabetta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-10-19T12:00:00+00:00


45

I clacson delle auto dietro la sua le fecero notare che era scattato il verde. Lucrezia accelerò con uno strappo. Era appena arrivata a Milano e si stava già domandando se non fosse il caso di rinunciare.

La telefonata con Brigitta l’aveva messa in agitazione.

Si erano conosciute due anni prima, quando Brigitta si era intrufolata nella vita di Fabrizio con lo scopo di fare a pezzi la famiglia. Aveva sospettato subito di lei: era troppo sveglia per non essersi accorta che Fabrizio fosse gay, e troppo ambiziosa per accettare il ruolo di comparsa. Senza farsi ingannare dalla positività che esprimeva, l’aveva osservata. Fino a riconoscere i segni di rancori profondi. Fino a capire che si somigliavano. Entrambe convivevano con un non detto: Brigitta se lo trascinava dietro gettandosi nella mischia, lei fuggendo.

Anche Brigitta aveva colto una similitudine tra loro: «Devi imparare a mentire» le aveva suggerito. «Fallo più spesso che puoi e ti convincerai di essere felice.»

«Di sicuro non crederò più a una tua parola, dopo questa affermazione.»

«O forse troverai in me un’alleata.»

E così era stato.

Brigitta indossava maschera e armatura, era agguerrita e irriducibile. Ma non a ogni costo. Sapeva quanto bruciassero certe ferite, tanto da avere un atteggiamento premuroso nei suoi riguardi.

«Cosa ci fa un pulcino nel nido degli avvoltoi?»

«Con me non funziona.»

«Sorry?»

«Non fingere che te ne freghi qualcosa dei miei stati d’animo.»

«Mi piacerebbe vederti sorridere, tutto qui.»

«Perché?»

«Perché se riesci a sorridere tu, posso farcela anch’io.»

La sera della raccolta fondi, quando lei aveva sbottato contro i genitori, vomitando tutto il risentimento per essere stata usata, Brigitta non si trovava davanti alla porta per caso. Non stava cercando il bagno. L’aveva seguita perché aveva notato il suo disagio e temeva che potesse sentirsi male prima del discorso di ringraziamento.

«Adesso conosci il segreto di questa famiglia orribile.»

«Ti preoccupa la cosa?»

«Te la vedrai con mio padre.»

«Ti ho fatto un’altra domanda: sei dispiaciuta che io sappia ciò che ti è accaduto?»

«Non me ne frega niente.»

«Really?»

«Non mi fido di te.»

«Per dimostrarti che puoi, ti racconterò il mio segreto.»

Lucrezia avrebbe immaginato tutto, tranne quella verità. Non aveva faticato a crederci: sua madre era una narcisista. Riusciva a fare del male senza sensi di colpa, non provava empatia. E non le importava nulla al di fuori di se stessa.

«Ha rubato il futuro anche a te…» non era stata in grado di aggiungere altro, mentre gli occhi di Brigitta avevano smesso di mentire.

Da quel momento erano diventate complici. Si sentivano ogni giorno. Nelle loro telefonate prendevano corpo nuovi propositi, progetti da condividere. Avevano raggiunto una confidenza talmente intima, da avere paura che qualcuno potesse insidiarla. Motivo per cui si mostravano nemiche in pubblico, insofferenti e piene di disappunto reciproco.

Solo su un tema erano distanti: Fabrizio.

Per lei era il fratello protettivo, il pensiero luminoso, l’affetto più grande. Per Brigitta era il mezzo per ferire al cuore Sveva. Sebbene si fossero promesse di dirsi tutto anche sui sentimenti nei suoi confronti e di non lasciare che quella zona d’ombra rovinasse il loro legame, entrambe sapevano che Fabrizio avrebbe potuto rappresentare la rottura.



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